Quando l’abito fa la donna
Si dice che l’abito non fa il monaco, ma spesso il nostro giudizio è notevolmente influenzato da come è vestita una persona.
Tralasciando le “occasioni” in cui è richiesta una certa etichetta nel vestirsi come un colloquio di lavoro, un matrimonio o una festa con dress code dove è più facile celare la propria natura, nel resto delle occasioni esprimiamo o ci facciamo un’idea di una persona da come si veste.
Soprattutto nelle donne, l’abito può creare ambiguità nella mente, spesso troppo fantasiosa, degli uomini intenti a trovare segnali dove spesso non c’è assolutamente niente.
Questo concetto è stato perfettamente espresso da una studentessa di Vancouver, Rosea Lake, autrice della foto qui di fianco. La foto intitolata “Judgement” (giudizio) mostra come una donna può essere giudicata in base alla lunghezza della gonna.
Questa foto è colma di pregiudizi ed è una rappresentazione visiva dei messaggi che una donna può involontariamente trasmettere a chi la guarda, rischiando di essere apostrofata, o peggio ancora trattata come una puttana (whore), solo per aver scoperto “troppo” le sue gambe.
Ovviamente, ma non è così scontato come sembra, la colpa non è della gonna troppo corta, o della donna che ama mettere in mostra il suo fisico, ma dei pregiudizi che sono radicati nella nostra cultura “tanto” liberty.
È il caso dire che nel 2014 ancora l’abito fa il monaco e soprattutto l’abito fa la donna, nel bene e nel male.